“Panzieri, racordi e sparanze”. Le poesie di Cristina De Vittorio per il Centro Ilma

Il libro sarà presentato il 5 maggio, ore 19, nel Teatro Garibaldi di Gallipoli.
Il ricavato sarà interamente devoluto alla Lega contro i tumori di Lecce

“Panzieri, racordi e sparanze” è la raccolta di poesie in vernacolo pubblicata da Cristina De Vittorio, volontaria storica della Delegazione di Gallipoli, il cui ricavato sarà interamente devoluto alla Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT) di Lecce per il completamento del Centro Ilma, istituto polivalente per la lotta al cancro che sorge alle porte della cittadella ionica e che si occuperà di ricerca oncologica ambientale, prevenzione primaria, diagnosi precoce e riabilitazione oncologica.

Il volume sarà presentato venerdì 5 maggio, alle ore 19, nel Teatro Garibaldi di Gallipoli. Interverranno il sindaco di Gallipoli e presidente della Provincia di Lecce Stefano Minerva, il presidente Lilt Lecce Carmine Cerullo e il responsabile scientifico Giuseppe Serravezza, la referente della Delegazione Lilt di Gallipoli Preziosa Portoghese. A dialogare con l’autrice sarà Lola Giuranna, presidente dell’associazione “La Barcaccia”.

“Questo libro è un compendio delle mie emozioni, una raccolta di istanti di gioie e di dolori, che spero possa donare un sorriso a chi lo leggerà. Ed è anche il mio personale contributo al sogno di vedere presto in funzione il Centro Ilma”: così presenta il lavoro l’autrice, già apprezzata e ricercata insegnante, nota per i suoi componimenti in dialetto gallipolino con cui tratteggia i personaggi incontrati lungo il suo cammino, sorride delle vicissitudini (e sventure) quotidiane, ironizza su vizi e virtù dell’umanità e decanta i valori della vita.

La raccolta comprende una quarantina di poesie che sono per tutti noi un invito a riflettere, come sottolinea nella prefazione del libro Renzo Costantini, già dirigente scolastico dell’I.C. Polo 2 di Gallipoli: i versi di Cristina invitano a recuperare valori come la semplicità e la concretezza, attraverso i quali si può tentare di ritrovare il senso della vita, soffermandosi, guardandosi intorno, cercare di capire, e soprattutto sorridere, sorridere sempre.

Così scrive di lei il prof. Silvio Garattini, presidente e fondatore dell’Istituto di Ricerche farmacologiche “Mario Negri” di Milano, il quale le ha dedicato il pensiero riportato nella quarta di copertina: “Cristina riesce a dare forma poetica a tutto ciò che vede ed ascolta. Grazie alla sua grande generosità ha raccolto le sue poesie in questo libro, il cui ricavato andrà completamente a favore della LILT di Lecce, impegnata nella costruzione del Centro ILMA che si occuperà di ricerca, diagnosi e riabilitazione nel campo dei tumori, contribuendo ad integrare, con modalità non-profit, le attività del Servizio Sanitario Nazionale”.

Sentito il ringraziamento rivolto dal presidente Lilt Lecce, Carmine Cerullo: “Cristina ha questo dono prezioso che da sempre mette al servizio degli altri e che, con questo libro, ha scelto di trasformare in qualcosa di ancora più grande, per la sua e la nostra famiglia Lilt. Ha mobilitato chiunque potesse aiutarla a realizzare questo bel progetto, nato con l’intento di devolvere alla nostra Associazione l’intero ricavato delle donazioni, per contribuire a sostenere i nostri servizi gratuiti di Prevenzione e Assistenza oncologica, nonché il completamento del Centro Ilma, la sfida del Salento al cancro. A nome di tutto il Direttivo e dei Volontari Lilt, cara Cristina, il nostro più profondo ringraziamento”.

Il libro è corredato da QrCode (realizzati da Luca Sbenaglia) che consentono di ascoltare numerose poesie recitate dalla stessa autrice e musicate da Marco Rizzello e Gabriella Stea.

Con una piccola donazione alla Lilt di Lecce si potrà ricevere una copia del volume.

Per informazioni, contattare la Segreteria provinciale Lilt Lecce al numero 0833 512777 oppure scrivere a: info@legatumorilecce.org.

 

‘A VITA

Nun c’è cosa sai cchiù beddha,

sì, cchiù beddha te la vita.

Nu la carculi e te criti

ca mai spiccia e gh’è  ‘nfinita.

 

Basta ‘mbece nu jenticeddhu

ca se minte poi a suffiare

e te sienti all’intrasatta

tutte l’anche tremulare.

 

Basta farci fessaria

cu te sienti scunquassatu

percè a vita ete nu donu

ca u Signore ‘nd’ave tatu.

 

E ‘nde l’imu riquardare

ca una sula ‘nde tanimu

pe’ nu dire i sacrifiggi

ca pe’ iddha nui facimu.

 

Quante fiate tocca cumbatti

cu na traggedia o ‘a mmalatia,

ca ole propiu te distrugge

e cu te taja ‘a bona via.

 

Tandu ‘mbece è lu mumentu

ca forte hai cumbattire

ca ci ‘nci la minti tutta

te sicuru poi vincire.

 

Te intra e viscere hai cacciare

tutta a forza ca a ‘ncorpu tieni

e te fore l’hai spingire

pe’ quantu fiatu tieni.

 

Oi cu chiangi e te ssutterri,

sine, quistu lu poi fare,

ogni cosa pote scire

quando t’hai te llibbarare.

 

Ma alla fine hai te capire

ca lu piernu è de ci l’ave,

perciò a ‘nforza t’hai muvire

ca u rimetiu hai te truvare.

 

Sordi, ‘mbitie, vattamenti,

no, nu s’ane carculare,

imu amare mutu a vita

a quiddhu sulu imu pansare.

 

Cristina De Vittorio